domenica 2 ottobre 2011

MA COME FA A FAR TUTTO?



Ecco il libro scelto dai curiosi che sarà tema di discussione il prossimo  giovedì, 13 ottobre, al bar "La Cupola" di Varese dalle ore 20,30 .

MA COME FA A FAR TUTTO di ALLISON PEARSON

Che ne dite di un paio di pagine iniziali giusto per promettervi una buona lettura?
ECCOLE:


ore 01:37

"Come ci sono finita qui? Per favore me lo dite? Non parlo di questa cucina, ma di questa vita. Oggi pomeriggio Emily ha la recita di Natale e io sto disfacendo dei dolcetti di frutta secca. Sì, avete capito bene: li sto dis-facendo, procedimento ben più complesso e impegnativo del farli.
Apro la confezione extralusso di Sainsbury, li estraggo uno per uno dalle vaschette di stagnola, li poso su un tagliere e assesto un colpo di mattarello sulla superficie perfetta e lievemente infarinata. Non è facile, credete a me. Se la botta è troppo forte, si afflosciano come grasse signore che fanno l'inchino, la pasta si sbriciola e il ripieno cola dappertutto. Se invece il colpo è ben dato, deciso e in verticale -immaginate di schiacciare uno scarafaggio di medie dimensioni- il coperchio di pasta frolla si screpola lievemente e il dolcetto assume un gradevole aspetto "fatto in casa". Che è esattamente quello che cerco. Fatto in casa è bello. Fatto in casa equivale a brava mamma, che cucina per i propri figlioli.
Tutto perchè dieci giorni fa Emily è tornata da scuola con una lettera, che adesso è appesa sul frigorifero con una calamita dei Teletubbies, in cui si richiedeva ai genitori di "contribuire al rinfresco che si terrà dopo la recita, se lo desiderano, con prodotti possibilmente tipici del Natale in ogni parte del mondo". E' scritta con l'inchiostro rosso e in fondo, accanto alla firma della signorina Empson, c'è un pupazzo di neve con un cappello quadrato da laureato americano che sorride timidamente. Guai a lasciarsi ingannare dal tono formale o dalla serie di ammiccanti punti esclamativi finali!!! Assolutamente.
Le comunicazioni ai genitori sono formulate in un  codice così astutamente nascosto nel testo che riescono a decifrarlo solo i crittografi di un centro di spionaggio, oppure le madri piene di sensi di colpa e di sonno arretrato.
Basti pensare alla parola "genitori". Quando si parla di "genitori", in realtà si intendono le madri. (Conoscete un  padre che, con la moglie a casa, legge le comunicazioni ai genitori? In teoria non è impossibile, naturalmente, ma succede estremamente di rado e in genere per inviti a feste e/o recite già passate da almeno dieci giorni.) Per non parlare poi del "se lo desiderano". Se non lo desideri, nel gergo degli insegnanti, significa che sei un genitore degenere e sarà molto difficile che l'anno prossimo tuo figlio venga ammesso nella scuola che hai scelto per lui. E se ti suggeriscono di contribuire "con prodotti possibilmente tipici del Natale in ogni parte del mondo" non puoi mica cavartela comprando qualcosa di pronto al supermercato all'ultimo momento.
Come faccio a saperlo? Perchè ricordo ancora l'occhiata che si scambiarono mia madre e la signora Davies nel 1974, quando un bambino con una giacca a vento verde impolverata si avvicinò all'altare durante la festa del raccolto con due vasetti di pesche sciroppate in una scatola da scarpe. Un'occhiata indimenticabile......

MAI SUCCESSO A NESSUNO DI NOI?


Leggete il libro e insieme lo commenteremo durante una piacevole serata. E se volete, potete anche commentarlo qui!.

2 commenti:

  1. Ho letto il libro diverso tempo fa, il mio piccolino dormiva nella culla e tutto il mondo finiva lí. Allora risi di cuore per le avventure della protagonista.
    Il ragazzino ora va in quarta elementare e di feste scolastiche ne ho viste a sufficienza. Adesso rido di cuore con le mie amiche per le mie avventure. Senza un pó di sano sense of humore la vita sarebbe un incubo.
    :-) libro molto simpatico

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  2. Ragazze, a proposito di "come fa a far tutto" vi passo un mio pezzo del 2009 scritto per un Dossier Donne, divertitevi, almeno spero..

    Living women – donne

    La Donna non è più un mobile!

    “Qualsiasi male che un uomo possa pensare della donna, non ce n’è una che non possa pensare ancor peggio di lui”. Nicolas de Chamfort

    Siamo tigri e siamo iene. Ci battiamo come leonesse per difendere la famiglia e gli ideali. Siamo gattine nell’alcova e civette fuori casa. Siamo le fate della casa e le streghe della coppia. Siamo galline in salotto e aquile nel lavoro. Astute come faine ma con occhi di cerbiatte. Siamo coquines, coquettes e spesso un po’ cocottes.. A volte cicale ma ormai sempre più formiche. In quanto alle oche, sono ormai in via di estinzione. Siamo bisbetiche, possessive, esigenti, intolleranti…
    Ma sappiamo rimestare la bechamelle con la mano destra, parlare di lavoro al cellulare con la sinistra, rispondere scuotendo la testa alle richieste dei figli mentre con un piede chiudiamo la porta del frigorifero. Noi, le acrobate rosa della vita, quelle che i nostri uomini, sempre più disarmati, osservano leggermente sgomenti. Poveri cari, appartenenti a quel che un dì fieramente chiamavasi sesso forte…Ormai anche la scienza ha appurato che le donne posseggono la capacità di saper fare e pensare più cose al medesimo tempo mentre “loro” gemendo, esclamano: una cosa alla volta, per carità! Il fatto è che noi donne abbiamo imparato a correre coi lupi, osservando con affettuosa tenerezza e a volte con mal celata esasperazione le loro maldestre e machiste debolezze. Però, malgrado tutto, sotto la loro apparenza di mandrilli un po’ fanés, nella pietanza della vita, rimangono pur sempre un delizioso ed indispensabile contorno…Ma le donne, ma le donne…come sono le donne di Varese?

    di Nicoletta Romano

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